AUTOSTIMA: COME SI RICONOSCE E COME POSSIAMO AUMENTARLA?
L’autostima è un bisogno umano comune a tutti.
Ogni giorno viene sfidata dalle relazioni con gli altri, dalla famiglia, dall’ambiente, dalla cultura, dalle convinzioni limitanti, dagli stereotipi della società.
Tra le molte definizioni, mi piace moltissimo quella di Nathaniel Branden “l’autostima è l’OPINIONE che ciascuno ha di sé e che influenza tutti gli ambiti della vita”.
Io la semplificherei ulteriormente in “Credere in sé stessi”.
Come leggiamo l’autostima nelle persone?
- allegria e gioia di vivere
- equilibrio nel ricevere e trasmettere energia
- ricerca di nuovi stimoli e opportunità
- spontaneità e flessibilità
- creatività nella risoluzione dei problemi
- apertura rispetto a persone e situazioni
- entrare in contatto con le persone in modo profondo
- mostrare gratitudine
L’autostima si genera a partire dalle prime esperienze della nostra infanzia ed è fortemente influenzata dal rapporto che si aveva con le figure genitoriali, dal tipo di riconoscimenti che si erano soliti ricevere e soprattutto da come nel tempo abbiamo costruito una base sicura (teoria dell’attaccamento di John Bowlby). La base sicura può essere una persona, obiettivi o cose a cui ci leghiamo e che trasmettono fiducia, possono rappresentare dei modelli da seguire di fronte a difficoltà. La base sicura può trasmettere il senso di sicurezza e protezione di cui l’essere umano ha costantemente bisogno.
Dobbiamo però tenere in considerazione quanto la nostra autostima sia determinata anche nel presente da fattori interni (cioè gli schemi cognitivi della persona, dalla sua soggettiva visione della realtà e di sé stessa) e da fattori esterni (i riconoscimenti che otteniamo e la qualità dei messaggi che riceviamo dagli altri). Non dimentichiamo che questi ultimi sono fortemente influenzati dal giudizio che abbiamo di noi stessi e pertanto rischiamo che le persone ci vedono come noi ci vediamo.
L’Analisi Transazionale* (in breve AT) che è una teoria del cambiamento, ci dice che noi possiamo, attraverso l’acquisizione di nuove consapevolezze e responsabilità, definire nuove modalità per poter essere ciò che desideriamo. (Escludiamo in questa digressione situazioni in cui l’ancoraggio al passato è fortemente condizionante sul presente perché è un ambito che deve essere trattato da uno psicoterapeuta).
Vediamo quindi su quali elementi possiamo fare leva, in un’ottica AT, laddove riteniamo avere una bassa autostima.
- Autonomia: secondo Berne, una persona è autonoma se dimostra di avere tre capacità: consapevolezza, intimità e spontaneità. Consapevolezza significa sapere cosa sta accadendo, valutare la realtà libera da pregiudizi. Intimità è sapere esprimere emozioni, sentimenti, essere più autentici. Spontaneità significa sapere fare scelte accettandone le responsabilità, senza temere il giudizio altrui.
- Io sono ok- tu sei ok: è uno degli assunti più importanti dell’Analisi Transazionale. “Io sono ok” significa riconoscere che ho delle abilità, dei talenti, delle qualità così come riconosco quelle degli altri e ne rispetto valore e dignità anche nella diversità.
- Carezze: sapersi dare dei “riconoscimenti”, e saperli chiedere
- Svalutazioni: in cosa mi svaluto quando credo di avere una bassa autostima? Se non crediamo nelle nostre capacità, potenzialità, risorse difficilmente gli altri potranno vederle o addirittura confidare in noi. È importante che riconosciamo i limiti, ma soprattutto valorizziamo noi stessi
- Spinte: sono quei messaggi genitoriali che “da grandi” rievochiamo inconsciamente (Sii Perfetto, Sii forte, Sbrigati, Compiaci, Sforzati). Se da un lato sono degli elementi che ci condizionano o inducono in noi comportamenti non funzionali (ci trascinano verso il senso di “non sono abbastanza per…”) dall’altro possono anche essere degli stimoli per esprimere nostre abilità e potenzialità. Pensiamo al Sii Perfetto: ci porta ad essere precisi, meticolosi in quello che facciamo; allo stesso tempo compromette la nostra autostima nel tentativo di essere sempre perfetti provocando frustrazione e grande insoddisfazione.
Una volta che siamo stati in grado di capire in quali ambiti la nostra autostima può essere minata, allora è il momento di costruire un piano di azione per attuare un cambiamento.
Di seguito alcuni suggerimenti che poi potranno essere personalizzati in funzione delle proprie situazioni e caratteristiche:
- Accettare quello che non possiamo cambiare
- Accettare i propri limiti e darsi dei permessi
- Celebrare i propri successi
- Riconoscere le proprie capacità, i propri talenti, i propri punti di forza
- Individuare le proprie convinzioni limitanti
- Trovare dei legami, costruendo relazioni, avendo il coraggio di chiedere aiuto
- Definire qual è il nostro senso di scopo e quali qualità sono necessarie per realizzarle
- Cambiare i dovrei in potrei
- Lasciare fluire le emozioni ed ascoltarle
- Avere più compassione verso sé stessi
- Essere fedele ai propri valori
- Accettare di «bastarsi» e di NON avere bisogno di un riconoscimento esterno
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