CONVINZIONI LIMITANTI: COME CI CONDIZIONANO, COME LIBERARCI

Chi di noi almeno una volta non si è sentito ostaggio di sé stesso a causa delle proprie convinzioni “limitanti”? “Non posso fare questa cosa perché no l’ho mai fatta, oppure non sono bravo a…., sono fatto così….ecc.” Già avere questa consapevolezza è sicuramente il primo passo. Ma vediamo che cosa sono queste convinzioni, come nascono, come ci condizionano e come liberarci.

Cosa sono e come nascono?
Le convinzioni rappresentano ciò che per me è vero (il giusto o lo sbagliato). Sono pensieri che ci siamo costruiti fin dalla nostra infanzia e che si sono confermati, nonché rafforzati nel corso delle nostre esperienze familiari, a scuola, sul lavoro..ecc. Operano a livello inconscio e sono molto potenti. “Se non credi in quello che fai non ti cimenterai neanche se hai le capacità per farlo”.

Sono spesso indispensabili per prendere decisioni e soluzioni rapide, senza mettere tutte le volte in discussione le nostre scelte. C’è sicuramente uno stretto legame anche con i valori che sono ciò che per noi è importante e che determina la nostra identità.

Come ci condizionano?
Le spiegazioni che diamo a noi stessi in genere non corrispondono alla realtà. Sono cattive abitudini che derivano dal passato: il biasimo dei nostri genitori, le critiche di un insegnante, le gelosie. Le convinzioni limitanti possono condurre alla passività, all’immobilismo. È proprio qui che dobbiamo attuare un processo che ci riporti al qui ed ora, alla realtà, e che agiamo come fossimo degli osservatori esterni di noi stessi. È altresì necessario ascoltare il dialogo interiore e imparare a contrastarlo.

Cosa possiamo fare?
Le emozioni e le azioni non derivano necessariamente dalle avversità, ma piuttosto dalla nostra percezione e dalle convinzioni che ne scaturiscono. Infatti c’è una connessione tra avversità-convinzione-conseguenze. Le convinzioni danno origine alle conseguenze, per cui diviene importante comprendere come influenzano le ultime.

Martin Seligman ci dice che la “discussione” è il modo migliore per cambiare come interpretiamo le avversità e quindi le convinzioni.

  • Se le convinzioni sono vere: come posso cambiare la situazione? Quali alternative ho?
  • Se le convinzioni sono false: come mi posso avvicinare maggiormente alla realtà? Quali distorsioni sto applicando? Come influiscono sulle emozioni?

In questo processo di “discussione”, una persona di fiducia ci può aiutare a mettere a fuoco e a muovere critiche al pensiero attraverso alcuni punti:

  • utilità: che tipo di beneficio ha questa credenza? Ha davvero un beneficio?
  • alternative: quali cause hanno generato l’evento? Ce ne deve essere più di una. Quali sono specifiche, e non personali? Quali si possono cambiare?
  • prove: qual è la prova a favore della credenza?
  • implicazioni: anche se fosse vera, quali implicazioni ha?

Per concludere: ogni qualvolta ci accorgiamo che siamo di fronte ad una convinzione “limitante” e non “potenziante”, fermiamoci e formuliamo dentro di noi, o con il supporto di una figura esterna, una serie di domande per verificare i fondamenti della convinzione.

  • Perché non faccio quella cosa? Perché invece faccio quell’altra cosa?
  • Quanto la convinzione mi può essere d’aiuto? Quanto è nociva?
  • A cosa dovrei credere per potere…..(es. avere successo, raggiungere l’obiettivo)
  • Se superassi questa convinzione, cosa cambierebbe?

E allora, sfida le tue convinzioni e CREDI NEL TUO POTENZIALE!

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