FEEDBACK: QUALI BENEFICI, COME DARLO, COME RICEVERLO
Noi siamo circondati continuamente da feedback: un sorriso, un rimprovero, una email ricevuta…un messaggio da cui non abbiamo risposta, una trattativa non andata a buon fine…..
Siamo in grado di coglierne il reale significato? Come lo esercitiamo verso gli altri? Come lo accogliamo?
L’etimologia della parola feedback (feed: nutrire – back: torna indietro) ne sintetizza l’essenza stessa: è un’informazione di ritorno che deve nutrire chi la riceve.
Facciamo più spesso riferimento al feedback come qualcosa di negativo, ma come quello positivo, se non di più, è necessario per la crescita umana, personale e professionale di un individuo. Pensiamo ai diversi ambiti: familiare, lavorativo, sportivo, scolastico ecc.
Vediamo insieme quali aspetti lo caratterizzano e come poterlo utilizzare affinché possa essere uno strumento da cui trarre vantaggio.
Il feedback ha diverse finalità:
- Premiare una persona, un gruppo o un comportamento
- Motivare
- Rinforzare comportamenti funzionali
- Migliorare l’autostima e l’autoefficacia
- Riorientare/correggere comportamenti disfunzionali
- Creare ambienti aperti al cambiamento
- Creare/migliorare relazioni interne ed esterne
- Contribuire alla crescita delle performance
Contenuto e relazione – Informazioni soggettive e oggettive
Il feedback, secondo il secondo assioma della comunicazione di Watzlawick, è una comunicazione tra un emittente e un ricevente che consta di due elementi:
- Contenuto: oggetto che si esprime attraverso la comunicazione verbale, non verbale e il comportamento
- Relazione: tra i due soggetti che comunicano
Il Feedback lo possiamo considerare “il processo attraverso cui diveniamo consapevoli di ciò che è informazione (informazione oggettiva) e ciò che è sensazione – che sia la nostra o quella altrui” (informazione soggettiva).
Se riesco a separare i due tipi di informazione, probabilmente sarò in grado anche di trasmettere il valore del feedback.
Esempio: “Marco, l’offerta non è stata conclusa secondo i tempi che erano stati concordati. Ciò ha avuto come conseguenza la perdita di un’opportunità di business (informazione oggettiva). Sono molto rammaricato e arrabbiato per questo (informazione soggettiva). Come si sarebbe potuta gestire diversamente? Cosa farai in futuro in analoga situazione?”
Le fasi del feedback
Quando si decide di dare un feedback, è importante prepararsi scegliendo le parole e il linguaggio più appropriato (soprattutto se si tratta di un feedback negativo) in una certa successione:
- descrivere il comportamento agito, non esprimendo mai giudizio sull’identità (es. non “sei un incapace”, ma piuttosto “il lavoro che hai concluso presenta delle inesattezze…ecc.)
- essere il più specifici possibili presentando informazioni di dettaglio: es. nella presentazione la parte relativa all’esposizione ha presentato alcune imprecisioni, in particolare alla slide n°….ecc.
- presentare gli effetti di un certo comportamento
- offrire un riconoscimento positivo (nel caso di feedback positivi)
- fornire esempi alternativi comportamentali a supporto e come esempio
- stabilire un momento di controllo successivo del feedback e delle azioni intraprese
Seguendo questo schema, emerge come sia opportuno mai dare feedback generici (es. hai fatto un lavoro mediocre) e sull’identità (es. sei sempre il solito, sei inconcludente, ecc.) che alterano la relazione tra emittente e ricevente e soprattutto possono avere effetti estremamente negativi sull’autostima della persona. Anche nel caso di feedback generici positivi (es. come sei bravo!), gli effetti possono produrre aumento dell’autostima (ciò che credo di me), ma non dell’efficacia (ciò che realmente so fare).
Come dare quindi un feedback?
Come già esplicitato, il feedback prevede oltre a una determinazione del “COSA” in modo specifico, una riflessione su diversi elementi che costituiscono le componenti fondamentali del feedback:
- Valutare se si è nella posizione/ruolo per potere dare un feedback
- Stabilire l’accordo per cui si può dare un feedback. Ci è stato richiesto? Abbiamo stabilito una relazione tale da poterlo dare? Abbiamo avuto il consenso?
- Trovare il contesto giusto: luogo, la situazione emotiva di chi deve dare e chi deve accogliere il feed back
- Calibrare contenuto e relazione in funzione del tipo di feedback e della persona che abbiamo di fronte
- Astenersi da giudizi personali, da critiche o colpe
- Considerare le emozioni dell’altro, cogliendo quanto sia stata compresa la comunicazione e l’impatto della stessa
- Verificare se il ricevente dispone di tutte le risorse necessarie per poter attuare un cambiamento, stabilendo un follow up successivo.
Come ricevere il feedback
- Sviluppare la capacità di ascolto “totale”: significa azzerare il nostro dialogo interiore pronto a giudicare noi e l’interlocutore, e captare ogni segnale utile per trarre il massimo beneficio dal feedback che stiamo ricevendo
- Ringraziare l’interlocutore per quanto ci viene dato, anche se in quel momento potrebbe non piacerci, lasciando poi la riflessione ad un momento successivo, dove avremo lucidità per valutare
- Non prendere sul personale il feedback: provare a discernere contenuti e relazione
- Non giustificarsi o puntualizzare
Qualunque sia il tuo ruolo (in azienda, nella società, in famiglia ecc.), attraverso il feedback hai un potere e una responsabilità verso gli altri e la loro crescita.
Fino ad ora come hai esercitato il tuo feedback?
Quando ricevi un feedback come reagisci? Come trasformarlo in una opportunità?