Pensiero critico: una competenza allenabile*
“Le menti sono come i paracadute, servono se sono aperte”
Albert Einstein
Il pensiero critico e il pensiero creativo sono le due competenze più richieste secondo il World Economic Forum 2023 e con buona probabilità negli anni a seguire.
Robert H. Ennis, filosofo americano considerato uno dei più grandi esponenti del pensiero critico, ha definito il pensiero critico come:
un pensiero razionale e riflessivo focalizzato a decidere cosa pensare o fare
In questa definizione vi sono elementi di comprensione, analisi, valutazione di idee e argomentazioni, ma anche il significato di assumersi responsabilità e prendere decisioni.
Il pensiero critico si basa sull’arte del dubitare domandando. Per fare questo diventa fondamentale assumere un atteggiamento che si basa su alcuni elementi importanti:
- Avere amente aperta: significa riconoscere stereotipi e bias che creano generalizzazioni, incasellano persone e situazioni, giudicano piuttosto di osservare, percepire. Utilizzare il pensiero lento piuttosto che quello veloce può essere una buona strategia.
- Essere consapevoli di sapere o non sapere. Evitare il così detto effetto Dunning-kruger: “ più una persona è incompetente, più è convinta di non esserlo”. Ciò avviene perché gli incompetenti si sopravvalutano, sono sprovvisti di meta-cognizione, cioè la capacità di osservare criticamente le proprie prestazioni. È tipico di chi ha un ego molto grande e non ha consapevolezza dei limiti. Confucio diceva “la vera conoscenza sta nel non conoscere l’estensione della propria ignoranza”.
- La non autoreferenzialità. L’autoreferenzialità implica fare riferimento solo a sé stessi, alla propria categoria, usando un linguaggio a volte poco chiaro. Ciò non genera fiducia nelle altre persone. È importante quindi attingere da più fonti, riconoscere i propri errori, confrontarsi e assumere punti di vista diversi.
- Immaginare il futuro non necessariamente basato sul passato. Il passato può fornirci elementi utili ma non indispensabili. È importante non guardare al passato con occhio nostalgico, ma critico rispetto a ciò che ha funzionato e ciò che invece va evitato. Importante saper leggere gli errori, privi di atteggiamento giudicante, ma come momento per una crescita personale e collettiva. Leggiamo i dati e capiamo come la percezione che abbiamo a volte sia distorta.
- Essere proattivi: trovare sempre nuove soluzioni, adottando prospettive diverse e ponendoci la domanda: “se non fossi io a prendere la decisione, che che scelta verrebbe fatta?”. Implica avere una buona consapevolezza dell’uso della propria intelligenza emotiva, cioè la capacità di riconoscere come nel processo decisionale intervenga la parte razionale ed emotiva e come queste due parti possano farci assumere un punto di vista il più funzionale possibile.
Questi 5 elementi evidenziati sono competenze che possono essere sviluppate per fronteggiare cambiamenti, evoluzioni del mercato e soprattutto della tecnologia. Sempre più necessario diventa allenare i team e le persone affinché sviluppino pensiero e metodi flessibili.
Gli interventi che si possono operare sono sia attraverso la formazione sulle soft skill, sia attraverso attività di coaching (nelle forme di Group Coaching e/o Team Coaching). I due approcci, formazione e coaching, generano empowerment e forniscono strumenti atti a generare soluzioni per un’eredità futura.
- Da dove partiresti per sviluppare il tuo pensiero critico?
- Quali sono gli ostacoli?
- Quali le risorse a cui attingere?
Solo ponendoci le domande giuste possiamo dare l’avvio ad un processo che ci consente di immaginare il futuro e di realizzarlo.
*l’uso del maschile sovra-esteso è stato utilizzato unicamente a scopo di semplificazione per la lettura. Quando si usa la forma maschile, è da intendersi riferita in maniera inclusiva a tutte le persone, al di là del loro genere.